Comunicato Stampa Sciopero Generale per Gaza

Come associazione che si occupa di prevenzione e contrasto alle violenza maschile sulle donne vogliamo sottolineare due riflessioni alla base del nostro rifiuto alla guerra: il rifiuto della guerra come concetto e strumento del patriarcato e la posizione di doppia vulnerabilità delle donne e dei minori in guerra.

Il risultato dell’azione del maschile patriarcale, dal maltrattamento in famiglia all’abuso sessuale, allo stalking, alla guerra tra popoli è: distruzione, morte, danno psicologico e fisico, separazione, odio, sterilità, terrore, controllo, ingiustizia, dolore, tristezza, rabbia e furto. Come il furto di case, sogni, bandiere, vite. Vite mutilate di donne, bambine e bambini.

Nella guerra a Gaza, le donne pagano il prezzo più alto, perché la guerra non colpisce tutti allo stesso modo.
In questo conflitto, le donne stanno pagando un prezzo altissimo. Non solo perdono la vita sotto i bombardamenti, ma restano spesso le uniche responsabili di famiglie spezzate, senza accesso a cure mediche, acqua potabile e beni di prima necessità.

Le donne a Gaza affrontano una condizione di doppia vulnerabilità: da un lato la violenza diretta della guerra, dall’altro la pressione di dover garantire sopravvivenza, protezione e sostegno psicologico alle figlie, ai figli e agli anziani. Molte sono costrette a partorire senza assistenza medica adeguata, in strutture sanitarie al collasso o nei rifugi di fortuna. La mancanza di farmaci, elettricità e cibo rende la maternità e la cura quotidiana una sfida impossibile.

Secondo le organizzazioni umanitarie, migliaia di donne sono rimaste vedove e decine di migliaia di bambine e bambini rischiano di crescere senza istruzione e senza un ambiente sicuro. La guerra priva le donne non solo dei propri diritti fondamentali, ma anche della possibilità di immaginare un futuro diverso.

È urgente che la comunità internazionale riconosca e denunci con forza l’impatto devastante del conflitto sulla vita delle donne, delle bambine e dei bambini  e si impegni a garantire corridoi umanitari, assistenza medica e sostegno psicologico.

Le donne , le bambine e  i bambini di Gaza, non possono continuare a essere invisibili nel racconto della guerra: la loro voce deve essere ascoltata, la loro resilienza sostenuta, come devono essere riconosciuti i loro diritti .

In conclusione, noi donne continuiamo a lottare nei centri antiviolenza, per le strade, nelle scuole, in ogni tempo per eliminare la violenza maschile sulle donne e i minori, a partire dalla cultura che ne è alla base. Perché nessuna di noi è libera finché non lo siamo tutte.

 

Come  associazione sosteniamo lo sciopero di oggi lunedì 22 settembre indetto da Usb, Cub, Adl Cobas e Sgb a sostegno del popolo palestinese e della Global Sumud Flotilla.

📌​I nostri servizi essenziali rimarranno attivi. I nostri Centri e Sportelli resteranno aperti, perché la nostra lotta non si ferma, oggi, domani, MAI.