Comunicato a seguito delle polemiche per il convegno “Forme familiari, relazioni intime e genitorialità”

A seguito delle polemiche del tutto strumentali e “oscurantiste” che sono state mosse dal noto senatore della Lega, che ama far parlare di sé per interventi come questo, all’Università di Perugia per il convegno “𝗙𝗼𝗿𝗺𝗲 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗶, 𝗿𝗲𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗶𝗺𝗲 𝗲 𝗴𝗲𝗻𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀” organizzato dalla sezione AIS Studi di genere e ospitato dall’ Università degli Studi di Perugia, ci sentiamo in dovere non solo di esprimere la nostra solidarietà all’Università degli Studi di Perugia e a tutte e tutti coloro che hanno a vario titolo partecipato all’organizzazione ed alla realizzazione dell’evento culturale in questione, ma anche di sottolineare il nostro disappunto e forte biasimo nei confronti dei tentativi di censura di iniziative culturali attraverso l’uso quantomeno improprio delle Istituzione e di ruoli istituzionali. Questo è accaduto anche per il “Corso di inclusione nei confronti delle persone LGBTIQ+ e di origine etnica diversa da quella della maggioranza” organizzato dal Consiglio Nazionale Forense, per cui il senatore aveva addirittura presentato un’interrogazione. Dobbiamo rammentare che le Istituzioni rappresentano tutte le cittadine ed i cittadini ed hanno la prerogativa di attuare politiche che tutelino sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e che pertanto incentivino iniziative come quelle oggetto del bieco attacco ideologico del senatore. L’Unesco, nelle sue Raccomandazioni, sulla scienza e sulla ricerca scientifica (2017), ha affermato che la libertà accademica è “il vero cuore del processo scientifico [che] garantisce la più grande accuratezza e obiettività dei risultati scientifici”. Si evidenzia il tentativo, nemmeno troppo velato, di attaccare la libertà e l’autonomia accademica e che oggi tutti i governi repressivi di tutto il mondo cercano di interferire impropriamente e di controllare nelle università, luogo della critica. Siamo costrette a ricordare che le università sono IL FULCRO DEL PENSIERO LIBERO sottolineando che il diritto previsto dall’art. 21 Cost. è «il più alto, forse,» dei «diritti primari e fondamentali» sanciti dalla Costituzione (sentenza C. Cost. n. 168 del 1971) e la loro libertà e autonomia rappresentano un fondamentale elemento di tutela per la democrazia e la civiltà. Non possiamo permettere che LE UNIVERSITA’ DIVENTINO UN LUOGO DI CENSURA. Lo diciamo e lo diremo in ogni circostanza, perché sia rispettato quanto affermato dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea: “Le arti e la ricerca scientifica devono essere libere da costrizioni. La libertà accademica deve essere rispettata”.