C’era Una Volta…

L’associazione Libera…mente donna è lieta di presentare il progetto “C’era una volta…”, un percorso
laboratoriale di supporto alla genitorialità destinato alle donne e ai/lle minori ospiti nei centri antiviolenza.
Un progetto del tutto sperimentale che offre l’opportunità alla diade madre-figlio/a di riscrivere la loro
storia, la loro relazione. Un progetto che si affianca a quello già intrapreso dalle donne nei centri, ma che
parte da una narrazione esclusivamente espressiva, corporea e ludica. Un progetto che nutre in sé
l’ambizione di creare una buona prassi nel percorso di fuoriuscita dalla violenza.
Un’ulteriore novità per l’associazione è il metodo scelto di raccolta fondi, il crowdfunding.
A sostegno di “C’era una volta…” verrà allestita una mostra fotografica curata da Foto Nunù, che segue il
progetto da molto tempo, e che, dalla metodologia utilizzata nel percorso, ha ideato una trama
profondamente concettuale del laboratorio e ricca di significato artistico. La mostra diventerà inoltre
scenografia di una performance di teatro-danza curata dall’Associazione culturale Hamartia, accompagnata
dalle musiche di MariGhela. Si ringraziano quindi anche Emanuella Gussetti e le performer Michela
Leonardi e Alessandra Porcù.
PROGRAMMA
Giovedi 29 marzo 2018 – Biblioteca Comunale Terni
– ore 11 Conferenza stampa – caffè letterario BCT
– Mostra fotografica a cura di Foto Nunù – chiostrina BCT
Venerdi 30 marzo 2018 – Biblioteca Comunale Terni
– Mostra fotografica a cura di Foto Nunù – chiostrina BCT
– Ore 17 Performance teatro-danza a cura di Hamartia e MariGhela – chiostrina BCT

– Ore 17,30 Replica performance teatro-danza – chiostrina BCT

COSA E’ ?

PERCORSO DI SUPPORTO ALLA GENITORIALITA’ PER DONNE E MINORI VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA.

“C’era una volta…” è un progetto sperimentale di supporto alla genitorialità, pensato come un laboratorio di espressione creativa per donne e minori dei centri antiviolenza, nell’ottica di generare buone prassi nel percorso di autodeterminazione.

La finalità ultima è quella di dare a queste madri la possibilità di essere sostenute nella loro genitorialità, spesso fortemente compromessa dal trauma di abuso e dal maltrattamento subito all’interno delle mura domestiche, mantenendo attivo il focus sui/lle loro figli/e.

COME?

Le attività laboratoriali avranno lo scopo di rafforzare la relazione che le donne hanno con se stesse, partendo dalla consapevolezza del proprio corpo e delle proprie sensazioni. Ogni donna quindi potrà rimettersi in gioco prima come soggettività forte, poi come madre. Ai bambini verrà data la possibilità di esprimere bisogni ed emozioni, attraverso attività ludico-educative che stimolino comportamenti funzionali alla relazione con la madre.

PERCHE’ parliamo di relazione compromessa dall’abuso? (leggi tutto…)

 

ATTIVITA’ PREVISTE:

Il percorso prevede 4 fasi interdipendenti da realizzare in circa 8 mesi. Ogni attività avverrà nel contesto di una relazione di gruppo e sarà condotta da professioniste esperte.

1 fase: “Laboratorio sui linguaggi espressivi”;

2 fase: “Sono una donna e sono anche madre”;

3 fase: “Adesso tocca a me!”;

4 fase: “Ricominciamo insieme”.

Durante le attività sarà allestita una mostra fotografica in cui verrà presentato il concept del laboratorio in chiave artistica. Luoghi e date da definirsi in base ai tempi di realizzazione (v. sito www.liberamentedonna.it). La mostra sarà curata da Foto Nunù. Contestualmente sarà presentato anche il video promozionale di crowdfunding edito da Retrovisore film.

 

CHI SIAMO?

L’entusiasmo delle donne e i bambini del centro antiviolenza all’idea di attivare tale percorso laboratoriale ci ha fatto comprendere quanto sia per loro importante sperimentarsi e ritrovarsi.

L’associazione Liberamente donna è promotrice del progetto.

Le figure professionali attive durante il percorso saranno:

–  Simona Troiani, esperta di linguaggi teatrali e regista teatrale

–  Marina Manno, esperta di danza e insegnante di danza

–  d.ssa Ilaria Petrelli, psicologa, educatrice, insegnate della scuola primaria e coordinatrice del progetto.

– d.ssa Annamaria Giorgetti, psicologa, psicoterapeuta e referente area minori del centro antiviolenza Liberetutte di Terni

Si ringraziano: Foto Nunù di Terni per gli scatti fotografici, Retrovisore film e Naharti per il video promozionale, in particolare Giordano Torreggiani, Filippo Proietti e Luca Pelosi, l’attrice Alice Visconti, i piccoli Samuele e Tommaso, Busthard Studios per le registrazioni, il Caos Terni , Schwinn Center  e Hamartia per aver messo a disposizione le loro sale, la professionalità di Simona Troiani e Marina Manno, Deianira Migliore per aver elaborato il logo, tutte le volontarie e le operatrici del centro antiviolenza di Terni che hanno sempre creduto nel progetto e che quotidianamente lavorano con resistenza e passione nel contrasto alla violenza di genere.

PROMOZIONE

Il progetto sarà promosso sul territorio umbro attraverso incontri pubblici presso biblioteche e centri aggregativi.

Potrai seguire aggiornamenti anche dal sito www.liberamentedonna.it

Ringraziamo tutti e tutte coloro che ci sosterranno in questo progetto sperimentale a cui dedicheremo il massimo delle nostre forze!

COLLEGAMENTI

PERCHE’?

Dalla profonda esperienza dei centri antiviolenza, in Italia e nel mondo, emerge come il rapporto genitoriale e la relazione della diade sia altamente compromessa dal trauma di abuso e maltrattamento domestico subito. Un ambiente che minaccia l’integrità della persona, quindi, si riflette sulla capacità di pensare a sé e agli altri. Tra le maggiori fratture relazionali causate dalla violenza domestica, nelle madri si può riscontrare una forte disorganizzazione nell’agire con determinazione per se e per i figli, un’insicurezza nel gestire i conflitti, un’autorevolezza deficitaria o addirittura un’alta passività, come, al contrario, una presenza di autoritarismo e aggressività, una difficoltà a “vedere” il proprio figlio e a riconoscere i suoi bisogni, cecità prodotta dalla stessa difficoltà a vedersi come persona, come donna e come mamma. Tali condizioni sono dovute all’adattamento della persona maltrattata ad un contesto controllante e denigrante, per cui la violenza del marito/compagno innesca dinamiche di tensione e disgreganti. Nei bambini si riscontra spesso una genitorialità inversa, in cui sono i figli a sentirsi in dovere di proteggere la madre dalla frustrazione e dal pericolo, a volte sono estremamente timidi, muti per scelta. Al contrario, accade che agiscono violenza verbale e/o fisica anche verso se stessi o altri conviventi del centro o manifestano odio nei confronti delle mamme perché le percepiscono come coloro che li hanno strappati dalla quotidianità, non avendo abbastanza risorse per comprendere che invece sono stati coraggiosamente preservati dal pericolo. Frequentemente quindi, a causa di un vissuto di maltrattamento domestico, viene a mancare quella fiducia e sicurezza di base fondamentali nella diade madre-figlio, modello di crescita e di apprendimento di relazioni funzionali future.

Scopo collaterale del un supporto alla genitorialità è quello di interrompere l’evoluzione generazionale della violenza in un’ottica di riduzione del danno, attenuando le conseguenze sui minori, attraverso la riorganizzazione dell’attaccamento alla figura materna.

TAPPE

1…..dedicato esclusivamente alle donne ospiti del centro antiviolenza. Le altissime potenzialità del laboratorio aprono la frequentazione anche alle donne senza figli. Sono previsti due momenti paralleli: in uno si sperimenteranno tecniche del linguaggio teatrale, l‘uso del corpo e della voce in funzione creativa, la conoscenza e l’uso consapevole dello spazio, le qualità del movimento, la narrazione, la scrittura creativa e l’improvvisazione; nell’altro, attraverso il movimento del corpo nello spazio, si raggiungerà la consapevolezza delle proprie potenzialità di portamento e postura. Nel programma verranno utilizzate musiche di vario genere rivolte ad esporre i propri stati d’animo con l’intento del loro superamento e della loro gestione.

2….dedicato esclusivamente alle madri ospiti del centro antiviolenza. Donna e madre, due identità separate ma in loro conviventi. Gli incontri daranno l’opportunità di confrontarsi nel rapporto con i propri figli, attraverso attività “metafora” e role playing, puntando sulle risorse di resilienza e sulle competenze relazionali ed educative, quindi sui punti di forza propri e quelli dei bambini. Sarà facilitato lo scambio aperto e non giudicante tra le mamme, il rispetto dei tempi e l’ascolto libero del proprio dialogo interiore. Si offrirà quindi alle mamme un’occasione di condividere il proprio punto di vista in un contesto nuovo e protetto, estraneo da stereotipi e giudizi.

3… Il titolo nasce dalla forte richiesta dei bambini di sentirsi al pari con le madri nell’ascolto che il cav dedica a loro. Laboratorio ludico-educativo dedicato ai soli bambini. Verranno proposte attività espressive di completamento che prevedono anche la partecipazione indiretta delle mamme. Coerentemente al percorso di consapevolezza sono previsti giochi educativi sul rispetto e sulla gestione dei conflitti.

4…Laboratorio ludico-manipolativo dedicato alla diade madre-figli. Si svolgeranno attività espressive significative, capaci di far emergere stili comunicativi ed educativi da cui poter far partire delle riflessioni. Le mamme e i figli avranno l’opportunità di condividere il loro tempo in attività comuni fino a cimentarsi nella costruzione di elaborati finali da proporre ad una festa finale.